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BUON VIAGGIO CELE!



I luoghi importanti hanno sempre bisogno di un custode: quella persona in grado di prendersene cura, che ne tiene le chiavi in tasca, un po’ come se fossero quelle di casa propria. Per lunghi anni, Celestino è stato un po’ il custode della casa della nostra banda. Tutti i mercoledì (le poche assenze, in quasi 25 anni, si contano probabilmente sulle dita di una mano) puntuale nel suo essere presente prima di chiunque altro per suonare, e studiare, e suonare, ripassare, conoscere i segreti del proprio strumento, migliorare, inciampare su qualche nota e riprendere, per scoprire la meraviglia del fraseggio perfetto. La certezza, era sapere che ogni mercoledì sera, arrivando in sede, la porta sarebbe sempre stata aperta, la luce accesa, le sue note già lì o nella stanza più distante per lasciare ai giovani allievi il tempo di terminare la lezione. Celestino custodiva e raccontava la storia del nostro gruppo con il suo esempio: la passione per la musica, sempre e comunque, quella non fine a se stessa che rimane tra chi suona e il suo strumento, ma quella coinvolgente che ha il profumo della condivisione con gli amici di sempre, i nuovi amici, quelli conosciuti grazie a quella musica che tanto amava.


Con Santina, per anni interi è stato l’anima dei dopo-prove a base della mitica soppressa e un buon bicchiere di vino: il momento dei commenti alle prove appena terminate, dei racconti, delle chiacchiere e delle tante risate che si fanno tra amici. Eppure, appena pochi minuti prima, non era strano trovarsi ad affrontare la serietà del suo impegno, la sua tenacia, il suo voler far bene, voler suonar bene. Raccontava delle sue lunghe e faticose giornate di lavoro e con la stessa costante energia riempiva le serate suonando con le varie formazioni bandistiche che erano parte della sua vita e della sua cerchia di amicizie.


Celestino era un po’ il custode della nostra banda, anche perché era tra i suoi fondatori e perché per anni è stato parte del consiglio direttivo, ma soprattutto perché teneva le sue chiavi sempre in tasca. A dirla tutta aveva sempre con sé LA chiave: a volte può capitare di suonare una nota stonata, ma l’impegno può farci sempre migliorare e la costanza e la condivisione possono renderci parte di un gruppo.


Ci sono una profonda dignità e una pacata saggezza nell’insegnamento che ci ha lasciato. Ci sono note e silenzi che avremmo voluto ascoltare ancora a lungo, ma i custodi si prendono cura dei luoghi per loro importanti soprattutto quando le persone non possono vederli e noi siamo grati di averne potuto conoscere uno.



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